sabato 29 ottobre 2011

un caso di stregoneria...


Cronaca di un caso di...stregoneria...

"Carpe diem" non è solo cogliere al volo l'opportunità favorevole, godere dell'occasione passeggera, saper vivere al meglio la realtà positiva del momento che passa...
Alcune volte è anche la capacita di "percepire l'evento"in divenire, prima che accada, così da poterlo meglio cogliere, verificare, in definitiva "viverlo" pienamente.
Ed a volte, ma raramente, questa facoltà di percezione sembra avere le caratteristiche "extrasensoriali" appartenenti al mondo del paranormale, se non perfino del sopranaturale !


Pericle, mio padre, la cui particolare biografia ho tentato di raccontare in un lungo racconto a puntate su altro blog (*), possedeva tra l'altro, in qualche misura questa capacità, che spesso lo favoriva negli affari ed anche lo supportava nella sua deleteria propensione al gioco d'azzardo, che quasi sempre condizionò la sua brillante ma sofferta esistenza.

Un eclatante episodio di questa sua capacità, che già forse ho accennato nel racconto sucitato, merita di essere rievocato.
Episodio straordinario, nella misura del fatto realmente accaduto, di cui io ebbi ad essere diretto testimone, e se così non fosse stato avrei certamente stentato a credervi.
Il fatto accadde a Genova, nel 1965, in Corso Europa, all'altezza del ponte sul torrente Sturla. Corso Europa, detta anche “la Pedemontana", fù realizzata alla fine degli anni '50 per smaltire il traffico automobilistico, allora in pieno boom di espansione, decongestionando la vecchia Aurelia che da Levante costeggia il mare e che arriva a Genova passando per Nervi, Quinto, Quarto, Sturla, Bocadasse, Corso Italia con il Lido di Albaro, ed infine la Foce del Bisagno, dove poco dopo venne realizzata la Fiera del Mare.
Corso Europa fù realizzato a mezza costa, lungo la linea collinare che si inerpica verso Monte Moro e che divide Genova da Nervi: una grande arteria di scorrimento, notevolissima per quei tempi, a due carreggiate e tre corsie per ordine di marcia, sicuramente in grado di favorire il collegamento stradale della città verso Sud Est, sopratutto a quei tempi in cui non esisteva ancora l'autostrada Genova La spezia Livorno, che arrivò solo nella seconda metà degli anni '60.
La grande, importante strada "Pedemontana"fù tuttavia presto oggetto di importanti critiche e polemiche, probabilmente in gran parte giustificate, per come era stata realizzata: il traciato era ( e rimane...) pieno di curve e di sali scendi, si disse per favorire i proprietari dei terreni e la conseguente speculazione immobiliare.
In effetti ci vuole poco a considerare che qualche viadotto in più, qualche sbancamento e forse anche qualche breve galleria avrebbero reso il traciato assai più rettilineo, scorrevole, più sicuro e breve.
Come se ciò non bastasse c'erano anche gravi problemi strutturali, errori di costruzione, che rendevano la nuova grande strada anche pericolosa.

Lo smaltimento dell'acqua piovana era in molti casi scarso ed aleatorio.
Diverse curve erano state realizzate con la pendenza...al contrario...
L'automobilista alla guida normalmente non se ne rende conto, ma nelle strade moderne, pensate innanzitutto per l'uso delle auto, le curve sono sempre leggermente inclinate verso l'interno, così da contrastare la forza centrifuga dei mezzi che vi transitano, la cui tendenza sarebbe altrimenti ad...uscire.
In Corso Europa c'erano invece curve che...favorivano l'uscita di strada, perchè la loro pendenza era realizzata alla rovescia, cioè verso l'esterno !
Ciò fù presto evidente per i numerosi incidenti verificati, sopratutto quando pioveva.
Una di queste curve si trova subito dopo il ponte sul torrente Sturla, dopo il breve rettilineo che , venendo da San martino, subito oltre l'incrocio di via Isonzo scende verso Nervi fino al ponte, dopo il quale c'è la curva a destra, di circa 30°, non strettissima, ma erroneamente inclinata.
Almeno così era allora ed è sperabile che poi sia stata almeno in parte corretta. Dopo il ponte la grande strada torna a salire, subito dopo curvando ancora a sinistra, e così via, una curva via l'altra, sino al punto in cui fù poi innestato l'allacciamento con l'autostrada di Genova Nervi.

Tra le due curve accanto al ponte c'era la nuova concessionaria Mercedes di Corso Europa, allora lanciata e gestita con successo da Pericle per conto ed incarico del suo vecchio amico Novelli, storico rivenditore Mercedes.
In quel periodo, cioè nel primo semestre del 1966 io mi trovavo a Genova per collaborare con mio padre. Abitavamo un appartamento giusto sopra il salone Mercedes: casa e bottega, come si dice.
Eravamo perciò spesso testimoni e talora perfino vittime..., dei numerosi incidenti che si verificavano tra quelle curve, a ridosso del ponte.
Vittime nel senso che più di una volta accadde che qualche veicolo sbandando finisse contro le vetrine del salone, sfondandole ed andando a sbattere contro le auto nuove fiammanti in esposizione !

Un incidente eclatante fù quando un TIR diretto verso Genova uscì di strada sulla curva all'ingresso del ponte, sfondò il guard rail e volò quindici metri più in basso, sulla sottostante nuova scuola materna, distruggendola completamente, per fortuna senza far vittime, perchè in orario di chiusura !

Io dormivo proprio nell'angolo sopra il salone, a neppure 100 metri dal ponte ed ogni tanto mi svegliavo in seguito al forte rumore di qualche incidente notturno. Una volta in primavera, avevo la finestra aperta, verso le due di notte udii uno schianto inequivocabile, mi affacciai e vidi un corpo inanimato steso sull'asfalto, in mezzo alla strada, proprio sotto la mia finestra.
Mi precipitai da baso in pigiama per trascinarlo via da quel punto, dove avrebbe potuto essere sicuramente investito ed ucciso, amesso che fosse ancora in vita.
E mi sembrò che lo fosse, per quanto privo di coscenza.
Era stato sbalzato fuori dalla sua auto, finita contro il solito guard rail.
Nel frattempo si erano affacciati anche i miei genitori che subito avevano provveduto a telefonare al vicinissimo Ospedale di San Martino, da dove presto arrivò l'ambulanza di soccorso.

Ma questa circostanziata premessa può solo avallare una generica attesa di eventi probabili, non certamente giustificare il fatto, assolutamente aleatorio che costituisce il tema di questo racconto.

Era un pomeriggio uggioso, ed eravamo con mio padre al lavoro nel Salone Mercedes di Corso Europa. Lavoro in quel momento più che altro di attesa, fatto di programmazione delle vendite, controllo delle consegne in corso, telefonate varie. Improvvisamente interrotto dallo schianto di un'auto che si era venuta a fermare oltre il marciapiede, contro una delle nostre vetrine !
Solo danni materiali, per fortuna.
Pericle subito telefonò alla Polizia Urbana perchè venisse a formalizzare l'incidente e poco dopo arrivò un pattuglia ad effettuare i rilievi del caso.
Poi l'auto fù rimossa e se ne andò, mentre i Vigili si fermarono a raccogliere la nostra testimonianza.
E fecero l'errore di chiedere a mio padre, come mai, secondo lui, era potuto accadere un fatto del genere.
Pericle li guardò, con la sua tipica espressione che esprimeva arguta ironia, quasi canzonatoria...e pacatamente rispose: "voi dovreste saperlo ormai fin troppo bene, perchè continuano ad accadere tutti questi incidenti...".
Eravamo in quattro, sul marciapiedi di Corso Europa, davanti alla vetrina testè sfondata del salone Mercedes. Mio padre ed io rivolti verso la strada e i due vigili verso di noi. Aveva appena iniziato a pioviginare, determinando sull'asfalto quella tipica emulsione scivolosa formata dal deposito oleoso dello smog scaricato dal passaggio delle auto, una sorta di schiuma assai pericolosa quando inizia a piovere, almeno fintanto che l'acqua non provvede a dilavarla.
Mio padre continuò " ...voi lo sapete e lo constatate ogni giorno che le curve di questa strada sono troppe e fatte male..., che è una via traditrice: così bella, larga, nuova invita a correre più di quanto non sia invece il caso..."I vigili urbani lo ascoltavano con sufficenza formale, forse infastiditi, ma senza osare di contradire quell'ineluttabile realtà.

Ad un certo punto Pericle alzò lo sguardo verso il lontano semaforo di via Isonzo, ben oltre il ponte, e disse: "Ecco, guardate quella cinquecento..."
Noi tre, i due vigili voltandosi, guardammo in quella direzione, da dove stava scendendo la piccola auto solitaria..."...guardatela bene", insistè Pericle.

La cinquecento arrivava piùtosto veloce, sull'asfalto bagnato e presto superò il ponte sullo Sturla, trovandosi quindi ad affrontare l'ampia curva a destra verso Nervi...A quel punto la vedemmo improvvisamente sbandare, sbattere violentemente contro il guard rail, saltarlo in un unico balzo e finire capotata sulla carreggiata opposta, su cui poi continuò ad avanzare scivolando verso di noi, arrestandosi in mezzo alla strada a neppure trenta metri da dove eravamo.
Eravamo sbalorditi, i vigili ed io stesso !
Ci girammo a guardare Pericle che si limitò ad accennare un gesto come di sufficenza, quasi a ribadire il concetto già poco prima espresso "...non poteva essere altrimenti, data la situazione...", ma non disse neppure queste parole, non disse nient'altro, il fatto parlava per lui !

I due vigili erano sbiancati in volto, senza parole...ed anch'io...
Sicuramente avevamo la sensazione di aver assistito ad un episodio di stregoneria, per cui l'evento testè accaduto davanti ai nostri occhi sembrava assai più provocato per una sorta di magia nera...che non in qualche modo previsto o stranissimo, casuale divenire del momento.

In effetti il sapore della stregoneria c'era tutto.
Che l'evento potesse essere in qualche modo probabile ci stava senzaltro.
Ma che potesse accadere proprio in quell'istante, esattamente richiamato dalle circostanze ed indicato a mò di esempio significativo...aveva in effetti assai più il sentore della magia che non dell'estemporanea predizione o perfino del caso !

Carpe diem,

o capitano, mio capitano.

(*) v. su “dolphin”: htp….



(da google earth: Genova c.so Europa, il luogo del fatto descritto. Il segnaposto giallo in alto a sinistra indica il ponte sul torrente Sturla, da dove arrivava la '500 capotata; l'altro segnaposto a destra indica il punto in cui si trovava il Salone Mercedes da cui noi ci trovavamo ad osservare l'evento)
















































domenica 9 ottobre 2011

Un tuffo nel blu, fuori stagione.


UN TUFFO NEL BLU !
Questa mattina è una bellissima giornata di Ottobre,Domenica 9.
Alle 7 il termometro in terrazza segnava 4 gradi ! Ma ieri pomeriggio quello in zona piscina ne indicava 27 - 28 (all'ombra) e quello in acqua 18 - 19.
Una temperatura un pò fresca, 7 gradi meno dell'ideale consigliato per nuotare, ma la giornata era bellissima meritava ed ho voluto cogliere l'attimo: mi sono tuffato nel mio piccolo laghetto ghiacciato ed ho nuotato un chilometro in poco più di 23 minuti, ottimo tempo per un settantenne con gli acciacchi, corretti in parte con il pace maker.
Con i tempi di passaggio ai 400 ed agli 800 mt. avrei potuto classificarmi in finale tra i primi sei, nella mia categoria di età ai campionati Italiani dei Masters di Nuoto.
La mia vasca è troppo piccola, 10 mt. per 4, per fare delle virate, ma riesco a nuotare benissimo a lungo senza farle, imbragato con un elastico che mi trattiene ad una sponda e che si allunga a seconda dellea trazione che io esercito nella nuotata. Metodo ormai collaudatissimo ed assai più performante che non la normale nuotata libera.
Distanze e tempi li verifico contando le bracciate e con il cronometro, e corrispondono sempre ai riscontri che saltuariamente faccio nelle varie piscine da 25, 33 o 50 metri, che episodicamente frequento.
Quando nuoto in mare mi sembra di volare !
Nella mia vasca ho anche il dispositivo per il nuoto controcorrente, una pompa da 3 kw che provoca un fortissimo getto d'acqua contro cui ho nuotato
per circa 5 anni, ma l'elastico è decisamente più comodo ed
economico...
Così ogni giorno "colgo l'attimo" per le mie belle nuotate, mediamente un chilometro e mezzo, percorso di buon ritmo, ed ogni volta esco dall'acqua come rinato ! Spariti i dolori, le contratture, riacquistata la corretta postura della schiena, la sensazione di benessere e relax come dopo un ottimo massaggio ed una sapiente seduta di straching.

Come dopo una gran bella nuotata !

Questo è il mio quotidiano "carpe diem", e come tale io lo colgo, talora quasi violentandomi per superare il senso di stanchezza precedente, causa i tanti lavori

di fatica che accompagnano il mio incedere da "pensionato"in questa troppo grande proprietà. Talora anche l'ora tarda, il freddo, un pò di pigrizia...debbono essere vinti, sapendo che sempre dopo arriverà il premio, la condizione di benessere descritta.
Certo diventa più difficile vincere le resistenze contrarie quando fà particolarmente freddo.
Possiedo ben tre mute in neoprene, da usare con temperature al di sotto dei 20 gradi, ma sono tutte talmente scomode da indossare ed che, se appena riesco, ne faccio a meno.
Non so per quanti giorni ancora riuscirò a buttarmi nell'acqua gelida...
Sarebbe bello arrivare almeno a metà Ottobre, cioè fino al prossimo weekend.

Del resto ricordo altre occasioni in cui ho resistito ben più a lungo.
Ma ero decisamente più giovane: una ventina di anni fà ad esempio, avevo solo "50 anni"..., verso fine Ottobre

colsi l'attimo, nuotando 1.500 mt. in acqua a 16 gradi, senza muta e sotto la pioggia battente, nel semibuio del tardo pomeriggio! Poi smisi, anche perchè il giorno dopo chiusero la piscina.
Bei tempi !

Ma tutto sommato mi difendo ancora.


Carpe diem !

P.S.: nel pomeriggio di Lunedì 10 l'acqua in piscina era di soli 17°: non ho messo la muta, ma ho nuotato solo 500 mt., veloci per cercare di riscaldarmi un pò producendo calore !
Ieri, Martedì 11, la giornata era caldissima, ma l'acqua ancora su 17° e tuttavia sono tornato a nuotare un chilometro !
Oggi, Mercoledì 12 fà più caldo ancora: sicuramente ne approfitterò per fare ancora meglio !

"O capitano mio capitano"












lunedì 26 settembre 2011

BALLARE !


Nel "post" precedente, "The big Kahuna", il messaggio di vita conclusivo dell'omonimo film, recitava tra l'altro :

Balla,

anche se il solo

posto che hai per

farlo è il tuo

soggiorno.


Quest'anno ho deciso, mi iscriverò senzaltro ad una scuola di ballo,
per imparare veramente a ballare e poi periodicamente dedicarmici !
In realtà io ho sempre considerato la danza nei termini del concetto che segue:



Il ballo...

la frustazione verticale...

di...

un desiderio orizzontale...!

Carpe diem !



Qui sotto breve video, 4 minuti di
"Singing in the rain"

giovedì 15 settembre 2011

The big kahuna

(Elena e Paride, bassorilievo)


The big kahuna
è un film commedia, piacevole per pochi.
Si svolge praticamente tutto in una stanza,
dove i tre protagonisti interpretano...la vita.
Bravi, come sempre, Danny De Vito e Kevin Spacey.
Notevole il monologo finale:
"messaggio" di vita,
proposto dal più datato, Danny De Vito:

(in calce il video del monologo dal film originale)



"Goditi potere e bellezza della tua gioventù !
Ma le capirai solo quando saranno appassite...
Credimi: tra 20 anni guarderai le tue vecchie foto
in un modo che non puoi immaginare ora.

Quante possibilità avevi !
E che magnifico aspetto...
Non preoccuparti per il futuro,
ma se lo fai sappi che ciò ti aiuta
quanto masticare un chewing gum
per risolvere un'equazione algebrica...

I veri problemi della vita,
saranno di certo cose che non avevi previsto,
di quelle che ti sorprendono quando meno te lo aspetti.

Fà una cosa, ogni volta che hai paura:
canta !

Non essere crudele con gli altri
e neppure permetti loro di esserlo con te.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia:
a volte sei in testa, a volte resti indietro...
la corsa è lunga,
e alla fine la gara è solo con te stesso !

Ricorda i complimenti che ricevi e dimentica gli insulti.
E se ci riesci veramente, dimmi come si fà !

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore
e butta via gli estratti conto.

Rilassati,
non sentirti in colpa se non sai cosa fare della tua vita:
le persone più interessanti che conosco a 22 anni non sapevano cosa fare della loro.
I quarantenni più interessanti che conosco...
ancora non lo sanno...

Prendi molto calcio e
sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno !

Forse ti sposerai, forse no.
Forse avrai figli, forse no.
Forse divorzierai presto,
forse ballerai ancora con lei al sessantesimo anniversario !

Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neppure.
Le tue scelte sono solo scommesse,
e ciò vale per chiunque.

Goditi il tuo corpo !
Usalo in tutti i modi che vuoi,
senza temere quello che pensa la gente.
E' il miglior strumento che la tua mente potrà mai avere disponibile !

Balla,
anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai...

Non leggere riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orribile.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli, sono il miglior legame con il passato e forse anche con il futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Non isolarti,
invecchiando hai più bisogno delle persone che conoscevi in gioventù.

Vivi in città per un pò, ma lasciala prima che ti inaridisca.
Vivi anche in campagna ed al mare, per un pò,
ma non lasciare che ti rammolliscano.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia...
dispensarli è un modo di ritrovare il passato,
ripulirlo, riverniciarne le parti più usurate, e...
riciclarlo...per più di quel che valga...!

Ma accetta il consiglio, per questa volta."


Carpe diem !
(the big kahuna)


(video 4': il monologo alla fine del film)

mercoledì 31 agosto 2011

Carpe Diem da rivivere ? Perchè no !


Anche i ricordi, perchè no ?
...se servono d'ispirazione per un ritorno a fatti analoghi...

(a lato foto di R.Albert, stampa a sali di argento con viraggio, 1930)

Fiesta


...e i bicchieri erano vuoti...
...e la bottiglia rovesciata...
...e il letto era spalancato...
...e la porta sbarrata...
...e tutte le stelle di vetro...
della felicità e della bellezza
risplendevano nella penombra
della camera disordinata.
Ed io...ero ubriaco morto,
ed io ...ero fuoco di gioia !
E tu...ubriaca...viva !
Tutta nuda fra le mie braccia.

(Jacques Prèvert: Histoires ed d'autres histoire)

mercoledì 24 agosto 2011

Carpe ...dies...


CARPE...DIES...
Avventura di notte, sciando di fondo...

In realtà non è facile "cogliere l'attimo" ogni giorno !
Non è facile perchè, ogni giorno, vorremmo sempre cogliere qualcosa di speciale, di particolare, ciò che purtroppo non è nell'ordine delle cose...
Tranne avere la capacità di "vedere" nelle cose di tutti i giorni particolari significati "speciali", da quali però siamo sempre più distratti, a causa di altri fatti, assai più banali, in realtà meno avvincenti, ma ormai entrati nella routine delle nostre abitudini.
Così ci perdiamo lo spettacolo di un bellissimo tramonto per tormentarci con lo stress delle sempre più brutte notizie del telegiornale...
Trascuriamo la compagnia di una persona cara o interessante perchè distratti, catturati dall'uso ossessivo di un "Hi Phone" o di un "Hi Pad"...
Tralasciamo la melodia del canto degli uccelli, gli ancestrali rumore della natura, per rintronarci in cuffia con il baccano di un Hi Pod...
Ci neghiamo una salubre passeggiata nel verde o una ristoratrice nuotata nel blu per rischiare lo stress campanilistico assistendo ad una partita di calcio...
Dimentichiamo il piacere che ci può rendere la lettura di un buon libro per mortificare il nostro intelletto nella visione di qualche becero spettacolo televisivo, tra il gossip, la violenza ad oltranza e le megacagate di Maria De Filippis & Soci...

Citerò qualche esempio, eclatante nella mia esperienza personale, di "momenti " fortunatamente colti. Eccone uno:
sciare di fondo a mezzanotte.

Un amico, che aveva quell'inverno casa a Champ Luc, in val d'Aosta, mi ci invitò per un week end. Partimmo da Como Venerdì sera e ci beccammo la nebbia da Saronno, sopra Milano, sino ad Ivrea, nel Canavese.
Poi la nebbia si dissolse, e l'aria divenne sempre più limpida, finchè ci fermammo dalle parti di Aosta, non ricordo dove, per un ottima cena in un buon ristorante.
Dopo aver ben mangiato e ben bevuto riprendemmo il breve tragitto che ancora restava da compiere, sotto un cielo terso, pieno di stelle ed illuminato dalla luna piena.
Verso le 23 fummo alla meta ed entrati in casa spalancammo le finestre, nonostante il freddo, per dare aria ai locali, che si affacciavano su di una pista di fondo.
Il paesaggio era incantevole, quasi irreale nella perfezione di luci ed ombre: i pini, gli abeti, i larici, le case e le montagne circostanti la valle si stagliavano contro la candida neve ed il cielo stellato, tutto soffuso di azzurro, nelle tonalità dal celeste più chiaro della neve al blu più scuro di alberi e monti.
Il mio amico mi spiegò che quella che passava a pochi metri dalla nostra finestra era una piccola pista di fondo, un percorso di 5 km. che si inanellava nella valle, risalendo brevemente verso le alte montagne e ridiscendendo poi di nuovo, seguendo un pendio mediamente dolce e di facile percorribilità.
Guardai l'orologio: mancava ormai poco alle mezzanotte. Ciò non di meno buttai lì: "e se andassimo a farci un giro sulla pista, tanto per digerire ?"...
Il mio amico superò velocemente lo stupore per quell'idea e seppe velocemente cogliere anche lui l'attimo fuggente...
Così ci cambiammo e partimmo nel nostro breve giro notturno, scivolando silenziosamente sulla neve ghiacciata, nell'aria talmente asciutta e dolce da non farci avvertire i diversi gradi sottozero della temperatura, in un contesto di luci ed ombre fantastico, fiabesco, incantato...
Il silenzio era totale, tranne il lieve scricchiolio degli sci che rompevano il ghiaccio, tracciando nuove strie sull'azzurro candido del sottile strato di neve che copriva l'erba del bosco. In effetti, per quanto tutto il paesaggio ne apparisse ammantato, di neve non ce n'era che pochi centimetri ed in alcune zone, brevi e circoscritte, perfino mancava, affiorandovi erba e sassi.
Ciò che poteva rendere pericoloso sciarvi, ma noi procedevamo a piccola velocità, scivolando in salita con lunghe spinte, sul cui abbrivio indugiavamo prima di tornare a spingere ancora, sereni e beati, comunque attenti ai "vuoti" di neve, avvistati i quali ci davamo la voce per evitarli, spostandoci lateralmente o perfino saltandoli.

Euforici, innebriati per lo spettacolo, l'aria fine, quella grande pace e la pienezza per l'ottima cena che ci stava carburando tutta l'energia
necessaria per quell'esercizio, arrivammo alla volta più alta dell'anello e cominciammo a ridiscendere, rapidi e leggeri, decontratti, rilassati ma attenti.
Sapevamo bene che crescendo la velocità aumentava il rischio di un nostro rovinoso deragliamento, qualora gli sci avessero incontrato dei sassi anzichè la scivolosissima neve!
Così, pur sempre al massimo dell'euforia e del puro, beato divertimento, scendevamo veloci sulla pista ghiacciata, talora urlando per il piacere, tal'altra per avvertirci reciprocamente dell'avvistamento di una pericolosa chiazza d'erba e sassi, affioranti nella neve ghiacciata.
Favorito dall'inerzia per il maggior peso io fui presto davanti, sopravanzando il mio amico di una ventina di metri. In quel contesto di luci in chiaro e scuro, nettamente divise tra buio totale e chiaro abbagliante, non era facile scorgere il pericolo nascosto nel buio, in particolare procedendo tra gli alberi a velocità sempre maggiore.
Ad un cero punto, arrivando sulla macchia scura dell'ombra di un fitto gruppo di abeti, mi accorsi solo all'ultimo istante della vasta chiazza di erba e sassi che interrompevano la pista ! In una brevissima frazione di secondo cercai invano di deviare, saltando per raggiungere la neve più vicina, che restò tuttavia troppo lontana: finii con gli sci sui sassi, che vi si ingropparono bruscamente rallentandomi, così che terminai con un volo in avanti, atterando con il torace sul sottile strato di neve ghiacciata, oltre l'ampia chiazza.
Fù una botta notevole, che mi lasciò completamente senza fiato, molto preoccupato per il mio sterno, che temevo essermi rotto !
Tuttavia cercai di urlare per avvertire l'amico, che stava arrivando ridacchiando per lo spettacolo resogli dal mio capitombolo, ma non riuscivo neppure a respirare, per cui potei emettere solo un misero, inutile rantolo.
Così il mio amico se ne volò anche lui, deragliando rovinosamente sui sassi e finendo poco lungi da me, con un dente spezzato.
Non rideva più, ma una volta che ci fummo rialzati e constatato che tutto sommato nulla di grave sembrava esserci accaduto, riprendemmo la nostra fantastica sciata notturna, seppure con maggior prudenza, comunque convinti che tutta quella breve, improvvisata esperienza, capitomboli inclusi, ne fosse largamente valsa la pena !
E di quell'idea poi siamo sempre rimasti, ricordandola con notevole piacere.
Il giorno dopo sciammo ancora, per oltre 20 km., io con lo sterno ed il mio amico con il dente, entrambi indolenziti, ma senza impedimenti.

Fù anche quella una bella escursione, allietata dalla compagnia di un cane, un pastore tedesco spuntato chi sà da dove, che ci scortò assiduamente per tutto il percorso, sino al nostro ritorno alla base di partenza, dove imparammo che si trattava di un cane da valanghe, cui evidentemente avevamo ispirato l'opportunità di una scorta protettiva...

Ma la bella sciata fantastica, imprevista ed irripetibile, l'avevamo fatta la sera prima, improvvisando, sull'ispirazione di "cogliere l'attimo".

Oh capitano, mio capitano !

mercoledì 10 agosto 2011

SOPRA L'ASINO E' SILENO...

Chi vuol esser lieto, sia !

Ripropongo un'attenta lettura del breve canto di Lorenzo De Medici,
un inno a "CARPE DIEM".
Dopo di che suggerisco l'esercizio: ogni giorno cercate di identificare, coglierne almeno uno, di "attimi fuggenti".

IL TRIONFO DI BACCO E ARIANNA

Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco e Arianna, belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'e certezza.

Questi lieti satiretti, delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati, ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro da lor essere ingannate:
non puon fare a Amor riparo, se non genti rozze e ingrate:
ora insieme mescolate suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.

Questa soma, che vien drieto sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto, già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.

Mida vien drieto a costoro: ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro, s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza

Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi: facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.

Donne e giovìnetti amanti, viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore! Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.

Lorenzo De' MedicI

CARPE DIEM...PERCHE' IL TEMPO FUGGE E INGANNA... !!!