sabato 29 ottobre 2011

un caso di stregoneria...


Cronaca di un caso di...stregoneria...

"Carpe diem" non è solo cogliere al volo l'opportunità favorevole, godere dell'occasione passeggera, saper vivere al meglio la realtà positiva del momento che passa...
Alcune volte è anche la capacita di "percepire l'evento"in divenire, prima che accada, così da poterlo meglio cogliere, verificare, in definitiva "viverlo" pienamente.
Ed a volte, ma raramente, questa facoltà di percezione sembra avere le caratteristiche "extrasensoriali" appartenenti al mondo del paranormale, se non perfino del sopranaturale !


Pericle, mio padre, la cui particolare biografia ho tentato di raccontare in un lungo racconto a puntate su altro blog (*), possedeva tra l'altro, in qualche misura questa capacità, che spesso lo favoriva negli affari ed anche lo supportava nella sua deleteria propensione al gioco d'azzardo, che quasi sempre condizionò la sua brillante ma sofferta esistenza.

Un eclatante episodio di questa sua capacità, che già forse ho accennato nel racconto sucitato, merita di essere rievocato.
Episodio straordinario, nella misura del fatto realmente accaduto, di cui io ebbi ad essere diretto testimone, e se così non fosse stato avrei certamente stentato a credervi.
Il fatto accadde a Genova, nel 1965, in Corso Europa, all'altezza del ponte sul torrente Sturla. Corso Europa, detta anche “la Pedemontana", fù realizzata alla fine degli anni '50 per smaltire il traffico automobilistico, allora in pieno boom di espansione, decongestionando la vecchia Aurelia che da Levante costeggia il mare e che arriva a Genova passando per Nervi, Quinto, Quarto, Sturla, Bocadasse, Corso Italia con il Lido di Albaro, ed infine la Foce del Bisagno, dove poco dopo venne realizzata la Fiera del Mare.
Corso Europa fù realizzato a mezza costa, lungo la linea collinare che si inerpica verso Monte Moro e che divide Genova da Nervi: una grande arteria di scorrimento, notevolissima per quei tempi, a due carreggiate e tre corsie per ordine di marcia, sicuramente in grado di favorire il collegamento stradale della città verso Sud Est, sopratutto a quei tempi in cui non esisteva ancora l'autostrada Genova La spezia Livorno, che arrivò solo nella seconda metà degli anni '60.
La grande, importante strada "Pedemontana"fù tuttavia presto oggetto di importanti critiche e polemiche, probabilmente in gran parte giustificate, per come era stata realizzata: il traciato era ( e rimane...) pieno di curve e di sali scendi, si disse per favorire i proprietari dei terreni e la conseguente speculazione immobiliare.
In effetti ci vuole poco a considerare che qualche viadotto in più, qualche sbancamento e forse anche qualche breve galleria avrebbero reso il traciato assai più rettilineo, scorrevole, più sicuro e breve.
Come se ciò non bastasse c'erano anche gravi problemi strutturali, errori di costruzione, che rendevano la nuova grande strada anche pericolosa.

Lo smaltimento dell'acqua piovana era in molti casi scarso ed aleatorio.
Diverse curve erano state realizzate con la pendenza...al contrario...
L'automobilista alla guida normalmente non se ne rende conto, ma nelle strade moderne, pensate innanzitutto per l'uso delle auto, le curve sono sempre leggermente inclinate verso l'interno, così da contrastare la forza centrifuga dei mezzi che vi transitano, la cui tendenza sarebbe altrimenti ad...uscire.
In Corso Europa c'erano invece curve che...favorivano l'uscita di strada, perchè la loro pendenza era realizzata alla rovescia, cioè verso l'esterno !
Ciò fù presto evidente per i numerosi incidenti verificati, sopratutto quando pioveva.
Una di queste curve si trova subito dopo il ponte sul torrente Sturla, dopo il breve rettilineo che , venendo da San martino, subito oltre l'incrocio di via Isonzo scende verso Nervi fino al ponte, dopo il quale c'è la curva a destra, di circa 30°, non strettissima, ma erroneamente inclinata.
Almeno così era allora ed è sperabile che poi sia stata almeno in parte corretta. Dopo il ponte la grande strada torna a salire, subito dopo curvando ancora a sinistra, e così via, una curva via l'altra, sino al punto in cui fù poi innestato l'allacciamento con l'autostrada di Genova Nervi.

Tra le due curve accanto al ponte c'era la nuova concessionaria Mercedes di Corso Europa, allora lanciata e gestita con successo da Pericle per conto ed incarico del suo vecchio amico Novelli, storico rivenditore Mercedes.
In quel periodo, cioè nel primo semestre del 1966 io mi trovavo a Genova per collaborare con mio padre. Abitavamo un appartamento giusto sopra il salone Mercedes: casa e bottega, come si dice.
Eravamo perciò spesso testimoni e talora perfino vittime..., dei numerosi incidenti che si verificavano tra quelle curve, a ridosso del ponte.
Vittime nel senso che più di una volta accadde che qualche veicolo sbandando finisse contro le vetrine del salone, sfondandole ed andando a sbattere contro le auto nuove fiammanti in esposizione !

Un incidente eclatante fù quando un TIR diretto verso Genova uscì di strada sulla curva all'ingresso del ponte, sfondò il guard rail e volò quindici metri più in basso, sulla sottostante nuova scuola materna, distruggendola completamente, per fortuna senza far vittime, perchè in orario di chiusura !

Io dormivo proprio nell'angolo sopra il salone, a neppure 100 metri dal ponte ed ogni tanto mi svegliavo in seguito al forte rumore di qualche incidente notturno. Una volta in primavera, avevo la finestra aperta, verso le due di notte udii uno schianto inequivocabile, mi affacciai e vidi un corpo inanimato steso sull'asfalto, in mezzo alla strada, proprio sotto la mia finestra.
Mi precipitai da baso in pigiama per trascinarlo via da quel punto, dove avrebbe potuto essere sicuramente investito ed ucciso, amesso che fosse ancora in vita.
E mi sembrò che lo fosse, per quanto privo di coscenza.
Era stato sbalzato fuori dalla sua auto, finita contro il solito guard rail.
Nel frattempo si erano affacciati anche i miei genitori che subito avevano provveduto a telefonare al vicinissimo Ospedale di San Martino, da dove presto arrivò l'ambulanza di soccorso.

Ma questa circostanziata premessa può solo avallare una generica attesa di eventi probabili, non certamente giustificare il fatto, assolutamente aleatorio che costituisce il tema di questo racconto.

Era un pomeriggio uggioso, ed eravamo con mio padre al lavoro nel Salone Mercedes di Corso Europa. Lavoro in quel momento più che altro di attesa, fatto di programmazione delle vendite, controllo delle consegne in corso, telefonate varie. Improvvisamente interrotto dallo schianto di un'auto che si era venuta a fermare oltre il marciapiede, contro una delle nostre vetrine !
Solo danni materiali, per fortuna.
Pericle subito telefonò alla Polizia Urbana perchè venisse a formalizzare l'incidente e poco dopo arrivò un pattuglia ad effettuare i rilievi del caso.
Poi l'auto fù rimossa e se ne andò, mentre i Vigili si fermarono a raccogliere la nostra testimonianza.
E fecero l'errore di chiedere a mio padre, come mai, secondo lui, era potuto accadere un fatto del genere.
Pericle li guardò, con la sua tipica espressione che esprimeva arguta ironia, quasi canzonatoria...e pacatamente rispose: "voi dovreste saperlo ormai fin troppo bene, perchè continuano ad accadere tutti questi incidenti...".
Eravamo in quattro, sul marciapiedi di Corso Europa, davanti alla vetrina testè sfondata del salone Mercedes. Mio padre ed io rivolti verso la strada e i due vigili verso di noi. Aveva appena iniziato a pioviginare, determinando sull'asfalto quella tipica emulsione scivolosa formata dal deposito oleoso dello smog scaricato dal passaggio delle auto, una sorta di schiuma assai pericolosa quando inizia a piovere, almeno fintanto che l'acqua non provvede a dilavarla.
Mio padre continuò " ...voi lo sapete e lo constatate ogni giorno che le curve di questa strada sono troppe e fatte male..., che è una via traditrice: così bella, larga, nuova invita a correre più di quanto non sia invece il caso..."I vigili urbani lo ascoltavano con sufficenza formale, forse infastiditi, ma senza osare di contradire quell'ineluttabile realtà.

Ad un certo punto Pericle alzò lo sguardo verso il lontano semaforo di via Isonzo, ben oltre il ponte, e disse: "Ecco, guardate quella cinquecento..."
Noi tre, i due vigili voltandosi, guardammo in quella direzione, da dove stava scendendo la piccola auto solitaria..."...guardatela bene", insistè Pericle.

La cinquecento arrivava piùtosto veloce, sull'asfalto bagnato e presto superò il ponte sullo Sturla, trovandosi quindi ad affrontare l'ampia curva a destra verso Nervi...A quel punto la vedemmo improvvisamente sbandare, sbattere violentemente contro il guard rail, saltarlo in un unico balzo e finire capotata sulla carreggiata opposta, su cui poi continuò ad avanzare scivolando verso di noi, arrestandosi in mezzo alla strada a neppure trenta metri da dove eravamo.
Eravamo sbalorditi, i vigili ed io stesso !
Ci girammo a guardare Pericle che si limitò ad accennare un gesto come di sufficenza, quasi a ribadire il concetto già poco prima espresso "...non poteva essere altrimenti, data la situazione...", ma non disse neppure queste parole, non disse nient'altro, il fatto parlava per lui !

I due vigili erano sbiancati in volto, senza parole...ed anch'io...
Sicuramente avevamo la sensazione di aver assistito ad un episodio di stregoneria, per cui l'evento testè accaduto davanti ai nostri occhi sembrava assai più provocato per una sorta di magia nera...che non in qualche modo previsto o stranissimo, casuale divenire del momento.

In effetti il sapore della stregoneria c'era tutto.
Che l'evento potesse essere in qualche modo probabile ci stava senzaltro.
Ma che potesse accadere proprio in quell'istante, esattamente richiamato dalle circostanze ed indicato a mò di esempio significativo...aveva in effetti assai più il sentore della magia che non dell'estemporanea predizione o perfino del caso !

Carpe diem,

o capitano, mio capitano.

(*) v. su “dolphin”: htp….



(da google earth: Genova c.so Europa, il luogo del fatto descritto. Il segnaposto giallo in alto a sinistra indica il ponte sul torrente Sturla, da dove arrivava la '500 capotata; l'altro segnaposto a destra indica il punto in cui si trovava il Salone Mercedes da cui noi ci trovavamo ad osservare l'evento)
















































domenica 9 ottobre 2011

Un tuffo nel blu, fuori stagione.


UN TUFFO NEL BLU !
Questa mattina è una bellissima giornata di Ottobre,Domenica 9.
Alle 7 il termometro in terrazza segnava 4 gradi ! Ma ieri pomeriggio quello in zona piscina ne indicava 27 - 28 (all'ombra) e quello in acqua 18 - 19.
Una temperatura un pò fresca, 7 gradi meno dell'ideale consigliato per nuotare, ma la giornata era bellissima meritava ed ho voluto cogliere l'attimo: mi sono tuffato nel mio piccolo laghetto ghiacciato ed ho nuotato un chilometro in poco più di 23 minuti, ottimo tempo per un settantenne con gli acciacchi, corretti in parte con il pace maker.
Con i tempi di passaggio ai 400 ed agli 800 mt. avrei potuto classificarmi in finale tra i primi sei, nella mia categoria di età ai campionati Italiani dei Masters di Nuoto.
La mia vasca è troppo piccola, 10 mt. per 4, per fare delle virate, ma riesco a nuotare benissimo a lungo senza farle, imbragato con un elastico che mi trattiene ad una sponda e che si allunga a seconda dellea trazione che io esercito nella nuotata. Metodo ormai collaudatissimo ed assai più performante che non la normale nuotata libera.
Distanze e tempi li verifico contando le bracciate e con il cronometro, e corrispondono sempre ai riscontri che saltuariamente faccio nelle varie piscine da 25, 33 o 50 metri, che episodicamente frequento.
Quando nuoto in mare mi sembra di volare !
Nella mia vasca ho anche il dispositivo per il nuoto controcorrente, una pompa da 3 kw che provoca un fortissimo getto d'acqua contro cui ho nuotato
per circa 5 anni, ma l'elastico è decisamente più comodo ed
economico...
Così ogni giorno "colgo l'attimo" per le mie belle nuotate, mediamente un chilometro e mezzo, percorso di buon ritmo, ed ogni volta esco dall'acqua come rinato ! Spariti i dolori, le contratture, riacquistata la corretta postura della schiena, la sensazione di benessere e relax come dopo un ottimo massaggio ed una sapiente seduta di straching.

Come dopo una gran bella nuotata !

Questo è il mio quotidiano "carpe diem", e come tale io lo colgo, talora quasi violentandomi per superare il senso di stanchezza precedente, causa i tanti lavori

di fatica che accompagnano il mio incedere da "pensionato"in questa troppo grande proprietà. Talora anche l'ora tarda, il freddo, un pò di pigrizia...debbono essere vinti, sapendo che sempre dopo arriverà il premio, la condizione di benessere descritta.
Certo diventa più difficile vincere le resistenze contrarie quando fà particolarmente freddo.
Possiedo ben tre mute in neoprene, da usare con temperature al di sotto dei 20 gradi, ma sono tutte talmente scomode da indossare ed che, se appena riesco, ne faccio a meno.
Non so per quanti giorni ancora riuscirò a buttarmi nell'acqua gelida...
Sarebbe bello arrivare almeno a metà Ottobre, cioè fino al prossimo weekend.

Del resto ricordo altre occasioni in cui ho resistito ben più a lungo.
Ma ero decisamente più giovane: una ventina di anni fà ad esempio, avevo solo "50 anni"..., verso fine Ottobre

colsi l'attimo, nuotando 1.500 mt. in acqua a 16 gradi, senza muta e sotto la pioggia battente, nel semibuio del tardo pomeriggio! Poi smisi, anche perchè il giorno dopo chiusero la piscina.
Bei tempi !

Ma tutto sommato mi difendo ancora.


Carpe diem !

P.S.: nel pomeriggio di Lunedì 10 l'acqua in piscina era di soli 17°: non ho messo la muta, ma ho nuotato solo 500 mt., veloci per cercare di riscaldarmi un pò producendo calore !
Ieri, Martedì 11, la giornata era caldissima, ma l'acqua ancora su 17° e tuttavia sono tornato a nuotare un chilometro !
Oggi, Mercoledì 12 fà più caldo ancora: sicuramente ne approfitterò per fare ancora meglio !

"O capitano mio capitano"